domenica 30 agosto 2009
Rinviato l'incontro con l'on. Romele
venerdì 21 agosto 2009
La Provincia ribadisce: “Recupero solo a fondo cava”
Giovedì 20 agosto, alle ore 11, gli amministratori locali dei Comuni interessati all’ambito estrattivo ATEg14 hanno incontrato, presso la sede della Provincia in via Milano, Stefano Dotti, Assessore provinciale alla tutela dell’ambiente, ecologia ed attività estrattive, energia.
All’incontro erano presenti, oltre all’assessore, il consigliere provinciale
La preoccupazione per la VIA regionale
All’assessore i sindaci hanno manifestato la preoccupazione che l’enorme area interessata dall’escavazione possa essere trasformata, al termine dell’attività estrattiva, in una discarica di rifiuti, che si ritiene insostenibile in un territorio già ampiamente interessato da cave, discariche e passaggio di grandi infrastrutture viarie (TAV, Brebemi). Tale preoccupazione è suffragata dal recente decreto di Valutazione di impatto ambientale, emesso il 21 luglio u.s. dalla Regione Lombardia, che prescrive il ritombamento a piano campagna dell’intera area.
Presto un tavolo di confronto per il recupero
Il direttore del settore Ambiente ha ribadito quanto già espresso in una comunicazione del 30 ottobre 2008, nella quale si afferma che l’Ufficio assentirà unicamente “un recupero ambientale a fondo cava”; l’assessore Dotti ha manifestato piena disponibilità ad attivare un tavolo di confronto tra Comuni e cavatori per definire, nel rispetto del Piano cave provinciale e delle indicazioni già date dalla Provincia di Brescia, le modalità effettive del Piano di recupero. I lavori del tavolo di confronto sul recupero della cava dovranno procedere parallelamente all’iter autorizzativo relativo all’attività estrattiva, anche per ricavare indicazioni utili in merito al progetto di Parco locale di interesse sovracomunale (PLIS), al cui interno è ricompreso il bacino estrattivo.
L’incontro con il Vicepresidente Romele
I Comuni continueranno la propria attività di interlocuzione con l’Amministrazione provinciale incontrando l’on. Giuseppe Romele, Vice Presidente e assessore al Territorio, il prossimo martedì 25 agosto, per illustrare il progetto di Plis in loc. Macogna e le osservazioni al Piano territoriale di coordinamento provinciale in un’ottica di autentico federalismo territoriale.
Il parere della Struttura paesaggio regionale
Il parere della Struttura paesaggio regionale, su cui è impostata la prescrizione di ritombamento generalizzato dell’ambito estrattivo, non è ancora pervenuto ai Comuni, che l’avevano richiesto lo scorso 6 agosto alla Struttura VIA. Il Comune di Berlingo, a nome anche degli altri, ha inoltrato una nuova richiesta al dirigente della Struttura Paesaggio, dott. Diego Terruzzi, in data 19 agosto.
Rassegna stampa
Giornale di Brescia, 15 agosto: “Sulla Franciacorta l’ombra della Macogna”
Giornale di Brescia, 19 agosto: “Cava Macogna, i Comuni incontrano la Provincia”
Bresciaoggi, 20 agosto: “Cave e autostrada: un volantino rivela le «verità» scomode”
Bresciaoggi, 20 agosto: “Discarica a Cazzago? È battaglia sul blog”
Giornale di Brescia, 21 agosto: “Cave, tavolo di confronto sul recupero della Macogna”
Bresciaoggi, 21 agosto: “Cava Macogna: prove di dialogo per il recupero”
venerdì 14 agosto 2009
Dario di un ferragosto di fuoco
Nota: tutta la documentazione citata (provvedimenti regionali, comunicati dei Comuni, articoli di giornale) è scaricabile dalla sezione “Documenti” di questo blog.
21 luglio: il decreto di V.I.A. regionale
La struttura regionale preposta emette il decreto di Valutazione di Impatto Ambientale relativo all’Ambito estrattivo ATEg14, senza che alcuna comunicazione ufficiale venga effettuata ai Comuni interessati né che tale provvedimento venga pubblicato su S.I.L.V.I.A. (il Sistema informativo lombardo per la valutazione di impatto ambientale – www.silvia.regione.lombardia.it); ad oggi, i Comuni interessati non hanno ancora ricevuto la comunicazione ufficiale.
4 agosto: arriva la notizia
I Comuni, consapevoli del fatto che il torpore estivo è spesso foriero di accelerazioni procedimentali insolite, chiamano
La prima lettura del decreto evidenzia una sola significativa prescrizione positiva (la mancata espansione a ovest della strada della Bornadina) e, per quanto concerne il recupero, una serie di prescrizioni fortemente deprecabili.
5 agosto: l’incontro dei Comuni
I sindaci e gli assessori dei Comuni si incontrano a Travagliato, convengono sull’ambiguità delle prescrizioni del decreto di VIA, decidono di ricorrere al TAR e convocano una conferenza stampa per il successivo sabato 8 agosto.
6 agosto: il parere della Struttura Paesaggio
I Comuni fanno istanza di accesso agli atti alla Regione, al fine di ottenere copia del parere specialistico della Struttura Paesaggio della Direzione Generale Territorio e Urbanistica, citato a pag. 9 del decreto di V.I.A. e su cui fa perno la prescrizione di ritombamento generalizzato a piano campagna.
8 agosto: la conferenza stampa
Alle ore 9.30, nel palazzo comunale di Travagliato, si tiene la conferenza stampa, nella quale i Comuni esprimono ferma contrarietà alla Valutazione di impatto ambientale, perché – come specificato nel comunicato congiunto – “l’intento della valutazione regionale, nel momento in cui individua con precisione i mappali della ditta DRR come vocati al recupero al piano campagna, intende in realtà avallare il progetto di discarica” e preannunciano il ricorso al TAR.
Al fine di “presentare, di persona, preoccupazioni e ipotesi di positiva contemperata soluzione di tutte le problematiche in campo” i sindaci e gli assessori presenti firmano una lettera nella quale richiedono un incontro al presidente regionale Formigoni e un invito rivolto ai consiglieri e agli assessori regionali di Brescia e provincia per un incontro che si svolgerà il prossimo 12 settembre presso il Comune di Cazzago San Martino.
9 agosto: i quotidiani locali
Il Giornale di Brescia apre con lo “strillo” in prima pagina: “Travagliato, Cazzago, Rovato e Berlingo contro la Regione: «Niente discarica»”; Bresciaoggi titola “Cava contro parco: ricorso al TAR”. Teletutto e Brescia Punto TV presentano degli ampi servizi.
10 agosto: le lettere al protocollo regionale; il servizio del Tgr
Viene consegnata la lettera per il Presidente Formigoni e per gli assessori regionali all’Ufficio protocollo della sede decentrata di Brescia della Regione Lombardia. Vengono spediti gli inviti ai consiglieri regionali di origine bresciana.
Nell’edizione delle 14, il Telegiornale regionale di Rai3 trasmette l’ampio servizio girato durante la conferenza stampa del sabato; nell’edizione delle 19.30, tale servizio non viene riproposto, ma viene data lettura del seguente comunicato: “Non sarà trasformata in una discarica la cava della Macogna, nel bresciano. Lo precisa la Regione, sottolineando che l'unica procedura autorizzata riguarda la prosecuzione dei lavori di escavazione. Diverso il progetto ipotizzato dai sindaci dei quattro Comuni interessati (Travagliato, Rovato, Cazzago e Berlingo) che vorrebbero realizzare un parco”.
11 agosto: il comunicato della Regione
Un comunicato inviato ai quotidiani locali e alle agenzie di stampa nazionali dalla
Giornale di Brescia: “La Regione: «Nessuna discarica alla Macogna»”.
Bresciaoggi: “Rifiuti nella cava? «È pura fantasia»”.
L’emittente Telecolor trasmette un servizio su questo tema.
Sul fronte della Provincia, i sindaci concordano un incontro con Stefano Dotti, assessore alla Tutela dell’ambiente, ecologia ed attività estrattive, energia (è già in calendario anche un incontro con l’on. Giuseppe Romele, vicepresidente provinciale con delega a Assetto territoriale, parchi e riserve naturali, valutazione d’impatto ambientale).
12 agosto: la replica dei Comuni
Una nota dei sindaci dei quattro Comuni ribadisce le preoccupazioni avanzate e sostiene che «l’iniziativa energica per evitare il prosieguo di un iter che di fatto intreccia attività estrattiva con ipotesi di discarica pare legittima e ben fondata».
In che modo, chiedono ironicamente i Comuni, «si riporta a piano campagna un’area di oltre 550.000 mq?».
Perché, nel decreto di VIA, vengono specificati alcuni mappali («curiosamente» relativi all’area del progetto discarica DRR) in cui si dice che «la quota finale dovrà attestarsi per quanto possibile a piano campagna, auspicabile dal punto di vista paesaggistico»?
Per fugare ogni dubbio, la cosa più semplice da fare, concludono i Comuni, «è provvedere all’archiviazione da parte della Regione dei progetti di discarica avanzati. I Comuni procederanno con impegno ancora maggiore a proporre un progetto di recupero attraverso il Parco locale sovracomunale, anche in relazione all’esigenza di mitigare l’impatto di Tav e Brebemi».
Giornale di Brescia: “Cava Macogna: i Comuni ribattono alla Regione”.
Bresciaoggi: “Nuova discarica? «La Regione non ci convince»”.
13 agosto: la lettera alla Provincia
La Valutazione di impatto ambientale della Regione è funzionale all’autorizzazione all’attività estrattiva che dev’essere rilasciata dalla Provincia. Perciò i sindaci consegnano una lettera al direttore del Settore Ambiente, attività estrattive, rifiuti ed energia della Provincia di Brescia nella quale, relativamente alle modalità di recupero prospettate, ribadiscono il parere negativo “circa l’ipotesi prospettata dalla Struttura Paesaggio della Direzione Generale Territorio e Urbanistica, che ritiene necessario ed indispensabile che il recupero finale debba essere effettuato a piano campagna su tutte le aree di pertinenza dell’ATE”, chiedono lo stralcio del comparto estrattivo a ovest della strada della Bornadina e il necessario aggiornamento del progetto, anche alla luce degli accertamenti della Procura della Repubblica sull’area di proprietà di Cave San Polo.
… continua …
giovedì 6 agosto 2009
Le prescrizioni deprecabili del decreto di V.I.A. regionale
È stato pubblicato nei giorni scorsi il decreto della D.G. Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia in merito alla Valutazione di impatto ambientale per il progetto di attività estrattiva sull'ambito ATEg14. Il provvedimento regionale, assieme ai pareri della Provincia di Brescia, dell'ASL, dei Comuni di Berlingo, Cazzago S.M., Rovato e Travagliato, è scaricabile dalla sezione Documenti. Di seguito si riporta integralmente il comunicato delle quattro amministrazioni comunali nel merito del decreto regionale.
Travagliato, 8 agosto 2009
La valutazione di impatto ambientale relativa all’ambito estrattivo g14 (cava Macogna in località Pedrocca, tra i comuni di Cazzago San Martino e Travagliato, a confine dei Comuni di Berlingo e Rovato) ha avuto parere favorevole dalla Direzione Generale Territorio e Urbanistica della Regione con una sola significativa prescrizione positiva e, per quanto concerne il recupero, con prescrizioni deprecabili.
Di positivo si può leggere l’esclusione dell’attività estrattiva ad ovest della strada Bornadina (strada di collegamento verso Berlingo). Si tratta di un argomento sul quale le Amministrazioni comunali di Cazzago San Martino e Rovato avevano opposto ricorso al TAR ed ora anche sotto il profilo ambientale viene evidenziata la irrazionalità della scelta del piano cave della provincia di Brescia e soprattutto della Regione che aveva inserito tale area con propria decisione.
Di negativo risulta che, sulla base del parere della Struttura Paesaggio della Direzione Generale Territorio e Ambiente della Regione, è necessario che il recupero finale “debba essere effettuato a piano campagna su tutte le aree di pertinenza dell’ATE, anche al fine di consentire la ricucitura delle partiture poderali, delle relative strade carrarecce e con le quinte di vie originarie”. Questo strano modo di rappresentare il recupero, come se il cratere dell’escavazione potesse miracolosamente ritornare un piano campagna coltivabile, in realtà serve per dare parere positivo alla discarica prefigurata sui mappali in possesso della ditta DRR. E in effetti questa modalità di recupero su quell’area non è sola una eventualità ma addirittura una prescrizione.
Questo concetto di recupero ambientale è decisamente sbalorditivo. Ma quanti rifiuti dovrebbero essere conferiti per il ritombamento complessivo? Quante discariche DRR?
L’intento della valutazione regionale, nel momento in cui individua con precisione i mappali della ditta DRR come vocati al recupero al piano campagna, intende in realtà avallare il progetto di discarica. Così, paradossalmente, a fronte delle restanti aree da recuperare, per le quali le ditte avevano espresso parere favorevole al recupero a fondo cava, l’area DRR, che è un’area già recuperata dal punto di vista ambientale a fondo cava, diventa oggetto di riempimento.
La posizione delle amministrazioni comunali è invece molto netta per tutto l’ambito estrattivo: non è possibile un recupero ambientale passando attraverso un ulteriore aggravamento delle condizioni ambientali della zona. D’altra parte il progetto di parco locale sovracomunale (PLIS) in fase di avanzata redazione e che, a maggior ragione, sarà portato avanti, ha proprio questo scopo.
Sotto questo aspetto verrà avanzata ogni decisa opposizione sia sotto il profilo di merito tecnico-ambientale che sotto il profilo della legittimità giuridica.
D’altra parte
Bisognerà verificare cosa resta dell’ambito estrattivo di competenza di Cave San Polo dopo le indagini della Procura della Repubblica. Sicuramente
Per garantire la massima trasparenza e informazione a tutti i cittadini, giustamente preoccupati riguardo a possibili ulteriori sfruttamenti delle aree in questione, le Amministrazioni comunali hanno approntato uno spazio web, su cui inseriranno un post settimanale di aggiornamento e un link da cui scaricare la documentazione relativa a queste procedure: l’indirizzo è http:\\progettomacogna.blogspot.com.
Dante Daniele Buizza (sindaco di Travagliato)
Dario Ciapetti (sindaco di Berlingo)
Riccardo Sette (assessore allo sviluppo sostenibile di Rovato)
lunedì 3 agosto 2009
Un impegno comune
Una voglia di condivisione che ha più ragioni: l’idea che l’ambiente è un bene comune, che la sua salvezza dipende dalla volontà collettiva, che la pianura non può sopportare tutto in nome della (presunta) crescita economica.
Lo sfruttamento del territorio deve avere un limite, oltre il quale c’è la regressione della nostra civiltà, non il progresso. La crescita non è un totem intoccabile, non coincide per forza con lo sviluppo: se significa migliorare la qualità della vita dei cittadini va bene, se invece pregiudica il futuro (in nome di un incasso facile ed immediato, magari per pochi) è tutt’altra cosa, nasconde un inganno. Attenzione: la speculazione può essere privata, ma anche pubblica. Ogni scelta dovrebbe essere ponderata serenamente, valutando le conseguenze per i nostri figli e nipoti, sapendo che l’ambiente non è un bene indisponibile nelle nostre mani.
I lamenti delle Amministrazioni comunali sull’utilizzo dei territori vanno ascoltati. Tanto più se si levano da comunità generose, che hanno subìto tante angherie e sopportato innumerevoli sacrifici in nome dell’interesse generale. Dalle nostre parti quando i sindaci e i cittadini alzano i toni non è per partito preso, per incomprensione, per egoismo. Sfido chiunque a dire che la Bassa non è stata e non è una terra solidale: cave, discariche, infrastrutture, industrie, rifiuti di ogni genere e da ogni dove… Ma la pazienza, la disponibilità, il senso di responsabilità non possono essere scambiati per remissività o incuria.
C’è un limite, come abbiamo detto. E se le Amministrazioni comunali, interpretando i cittadini, dicono che quel limite è stato raggiunto, c’è da credere loro. Anche perché, a questo punto, si pone un problema di democrazia: che senso ha parlare di federalismo e sussidiarietà se i sindaci e i loro amministrati contano zero?
Rovato, Berlingo, Cazzago San Martino e Travagliato fanno al caso nostro. Il progetto per il parco della Macogna è una cosa seria. Un risarcimento minimo per ciò che questa zona ha dato ed è chiamata ancora a dare al resto della provincia e non solo a quella. Il parco è un’idea che va sostenuta ed attuata, per dimostrare che interessi economici privati (pur legittimi) e bisogni collettivi pubblici (ancora più legittimi) possono dialogare, debbono trovare un punto di equilibrio. Perché, alla fine, si torna alla domanda essenziale: a chi appartiene la sovranità su un territorio? Ai cittadini, non c’è dubbio. Purché sappiano dimostrare – insieme ai loro amministratori eletti – di saperne fare buon uso.
Sarebbe peccato mortale protestare contro chi sfrutta l’ambiente imponendosi dall’alto e nello stesso assecondare quelle stesse nefandezze in nome della comunità. Bisogna che, tutti, ci si fermi a riflettere su dove stiamo andando; serve una presa di coscienza collettiva per verificare se una crescita basata sul cemento e l’asfalto sia la strada giusta: non qui ed ora, ma per il domani.
Auguri di cuore ai quattro Comuni: perché il sogno, come esempio per tutta la pianura, diventi realtà.
Enrico Mirani, giornalista